Pubblicato il: 17 Novembre 2025

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Tribunale di Bologna, ordinanza n. 2463 del 22.09.2025
Comunicazioni dirette ai dipendenti durante la trattativa sindacale

  1. Il datore puòcomunicare direttamente con i lavoratori anche in fase di trattativa sindacale.
  2. Tale condotta non èantisindacale se non ostacola l’attività del sindacato.
  3. Il giudice valuta se la comunicazione abbialeso la rappresentanza o influenzato la trattativa.
  4. È legittima la comunicazione confinalità informativa e non manipolativa.
  5. Il sindacato deveprovare un danno concreto per ottenere tutela giudiziaria.

Corte d’Appello di Milano, sentenza n. 668 del 17.09.2025
Trasferimento vicinissimo come accomodamento ragionevole

  1. Il trasferimento di una lavoratrice condisabilità ad un’unità locale più vicina al suo domicilio può configurare una misura organizzativa.
  2. Tale misura va ricondotta al novero degliaccomodamenti ragionevoli ex normativa tutela disabili.
  3. Il datore deve verificare laproporzionalità della misura rispetto alle esigenze aziendali.
  4. Il lavoratore disabile ha il diritto ad una sede più vicina se ciò comporta un’effettivaintegrazione nel rapporto di lavoro.
  5. Non sussistendo oneri eccessivi, l’azienda è tenuta ad accogliere la richiesta come parte dellaresponsabilità organizzativa.

Corte di Cassazione, ordinanza n. 26923 del 7.10.2025
Risarcimento eredi per stress lavoro-correlato

  1. Il datore di lavoro può essere condannato arisarcire gli eredi se la morte del lavoratore è causata da stress lavoro-correlato.
  2. Il nesso causale va valutato non solo su un episodio isolato, ma sull’intero atteggiarsidel rapporto di lavoro.
  3. Una volta provato il nesso, grava sul datore l’onere di dimostrare di aver adottato tutte lemisure precauzionali
  4. L’art. 2087 c.c. viene interpretato come un obbligo digaranzia ampia, anche per la salute psichica del lavoratore.
  5. La pronuncia segna un’evoluzione: la tutela della salute sul lavoro è vista come undiritto costituzionale, non solo una obbligazione contrattuale

Corte di Giustizia dell’Unione Europea, sentenza C-110/24 del 9.10. 2025
Tempo di viaggio come orario di lavoro

  1. Il tempo dedicato aitragitti di andata e ritorno che i lavoratori compiono su indicazione del datore di lavoro è considerato orario di lavoro.
  2. Tale qualificazione si applica se lo spostamento avviene ad un’ora definitadal datore, con veicolo aziendale, da un luogo stabilito all’area di lavoro.
  3. La nozione di orario di lavoro della Direttiva 2003/88/CE comprende ogni periodo in cui il lavoratore è “a disposizione del datore di lavoro e nell’esercizio della sua attività o funzioni”.
  4. Non sono ammesse categorie intermedie tra “orario di lavoro” e “periodo di riposo”: o un periodo è lavoro o è riposo.
  5. La decisione comporta che l’azienda debbarivedere la rilevazione delle ore, il computo per gli straordinari e il rispetto dei limiti massimi di lavoro.

Corte di Cassazione, sentenza n. 26956 del 7.10.2025
Valore irrilevante delle chat per il licenziamento da superamento comporto

  1. È legittimo il licenziamento del dipendente per ilsuperamento del periodo di comporto.
  2. Non può essere riconosciuta l’eccezione contrattualeper “malattia particolarmente grave” in assenza della dicitura che prevede terapia salvavita.
  3. Le comunicazioni informali tramite WhatsApp o simili non hanno valoremedico-legale e non sostituiscono la certificazione ufficiale.
  4. Spetta al lavoratore l’onere della provacirca la natura “grave” della malattia e della terapia ad essa correlata.
  5. L’impresa può basarsi sul computo delle assenze se manca la documentazione formale richiesta dal CCNL Logistica, Trasporto merci e Spedizioni.

Corte di Cassazione, sentenza n. 26954 del 7.10.2025
Decorrenza 15 giorni revoca licenziamento

  1. Il termine di15 giorni per la revoca del licenziamento è da considerarsi perentorio.
  2. Il termine inizia a decorrere dalla data diimpugnazione del licenziamento, e non da quando il datore apprende di un vizio di invalidità.
  3. Anche se il lavoratore comunica successivamente un motivo di nullità (es. gravidanza), ciònon sospende il termine di 15 giorni.
  4. Se il termine è decorso, la “revoca” diventa una meraofferta di ricostituzione del rapporto, senza escludere sanzioni per il datore.

Corte di Cassazione Civile Sentenza n. 26021 del 24.09.2025
Onere della prova negli infortuni sul lavoro

  1. Il lavoratore deve provare solo ildanno e il nesso causale con la prestazione lavorativa.
  2. Non è più richiesto al lavoratore di allegare analiticamente l’inadempimentodel datore di lavoro.
  3. Spetta al datore di lavoro provare di aver adottato tutte lemisure di sicurezza previste dall’art. 2087 c.c. e dal d.lgs. 81/2008.
  4. Il datore resta responsabile anche se l’evento è connesso acolpa, negligenza o imprudenza del lavoratore, salvo che vi sia un comportamento abnorme, inopinabile ed esorbitante.
  5. La decisione rafforza la tutela del lavoratore semplificando la sua allegazione e ribadendo il sistema diripartizione degli oneri probatori.

Corte di Cassazione sentenza n. 26575 del 2.10.2025
Banca corresponsabile per danno da dipendente

  1. La banca è corresponsabile del danno causato dal dipendente.
  2. È mancata la necessaria vigilanza sull’operato del lavoratore.
  3. L’istituto non ha adottato adeguate misure preventive e cautele interne.
  4. Il dipendente era stato lasciato operare nonostante precedenti disciplinari.
  5. Il datore risponde se manca la prova di una reale sorveglianza organizzativa.

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